Prolasso genitale ed incontinenza

Ginecologia

Incontinenza urinaria e prolasso genitale sono due patologie che spesso coesistono, alterando sensibilmente la qualità di vita delle donne affette. L’incontinenza urinaria si definisce come la perdita involontaria di urina e può essere classificata come da sforzo, da urgenza o mista, mentre il prolasso degli organi pelvici consiste nella dislocazione di vescica, utero, cupola vaginale e/o retto rispetto alla propria posizione fisiologica. L’associazione delle due patologie è più frequente negli stadi iniziali di prolasso (con un’incidenza che raggiunge il 55% in caso di cistocele di II grado), mentre tende a ridursi negli stadi più avanzati a causa dell’ostruzione esercitata sull’uretra da parte del prolasso stesso (incidenza del 33% nel prolasso avanzato o IV stadio).

 

EZIOPATOGENESI

L’incontinenza associata al prolasso genitale ha eziopatogenesi complessa e multifattoriale e può essere sia da sforzo che da urgenza. Nel primo caso essa è legata al cedimento delle strutture di sostegno uretrali con conseguente perdita dei fisiologici meccanismi di continenza. Nel caso si tratti di una forma da urgenza, invece, essa è più frequente negli stadi avanzati di prolasso, a causa della distensione dei recettori da stiramento presenti nella parete della vescica, con conseguente iperattività del muscolo detrusore. I principali fattori di rischio per entrambe le condizioni sono:

  1. Gravidanza;
  2. parto per via vaginale;
  3. connettivopatie congenite o acquisite;
  4. anomalie dell’innervazione del pavimento pelvico;
  5. età;
  6. isterectomia;
  7. menopausa;
  8. obesità e tutti gli altri fattori associati ad aumento cronico della pressione endoaddominale come tosse cronica e BPCO.

 

SINTOMATOLOGIA

Le donne affette da prolasso degli organi pelvici presentano una varietà di sintomi quali:

  1. senso di peso;
  2. senso di corpo estraneo;
  3. lombalgia;
  4. protrusione dell’utero e/o delle pareti vaginali dai genitali esterni.

L’incontinenza da sforzo, spesso associata al prolasso, si manifesta con la perdita di urina in seguito ad un aumento della pressione endoaddominale, provocato da uno sforzo quale può essere un colpo di tosse, una risata, uno starnuto, il sollevamento di pesi, il saltellare, il salire le scale. L’incontinenza da urgenza è, invece, la perdita di urina legata all’impellente ed improrogabile necessità di urinare, che spesso si verifica nel tentativo di raggiungere il bagno più vicino. Anche il benessere sessuale di coppia rischia di essere compromesso, in caso di prolasso, sia a causa dell’ingombro vaginale che della possibile perdita di urina durante il rapporto. Frequentemente, nel caso di un prolasso di stadio avanzato, che, come emerso in precedenza, può meccanicamente ostruire l’uretra, l’incontinenza urinaria diventa occulta, cioè si manifesta esclusivamente in concomitanza della riduzione del prolasso.

 

DIAGNOSI

La diagnosi è sia clinica che strumentale. È fondamentale effettuare un’accurata anamnesi ed un esame obiettivo volti ad identificare e stadiare sia il prolasso che l’eventuale incontinenza associata.  La stadiazione del prolasso pelvico attualmente si basa sulla classificazione dell’International Continence Society (POP-Q SYSTEM), mentre l’incontinenza da sforzo può essere obiettivata con uno stress test (consistente, ad esempio, nel far eseguire alla paziente dei colpi di tosse) e clinicamente classificata come lieve, moderata o severa. Qualora si sospetti un’ostruzione uretrale tale da rendere occulta l’eventuale incontinenza associata, lo stress test può essere eseguito con l’ausilio di un pessario vaginale. Si tratta di un anello di gomma o silicone da inserire in vagina allo scopo di riportare e mantenere in sede gli organi prolassati. In taluni casi, soprattutto se è prevista una correzione chirurgica del prolasso, la diagnosi può essere completata ricorrendo all’esame urodinamico, che permette di valutare la funzionalità della vescica in termini di sensibilità e capacità, stabilità del muscolo detrusore e fase di svuotamento (un’eventuale ostruzione causata dal prolasso potrà essere rilevata attraverso il posizionamento, anche in questo caso, di un pessario).

 

TERAPIA

La terapia varia in relazione alla sintomatologia riferita e al grado di prolasso e incontinenza.

L’indicazione all’intervento chirurgico per prolasso genitale è valutata in base alla gravità del prolasso e dei disturbi associati. Lo scopo dell’intervento è di migliorare la ‘qualità di vita’ della donna, pertanto va proposto solo se tale qualità è ridotta. L’intervento chirurgico abitualmente usato per la correzione di un prolasso genitale è la colpoisterectomia(asportazione dell’utero per via vaginale) associato alla plastica vaginale (rimozione della parete vaginale ridondante).
La plastica vaginale anteriore e posteriore consiste nell’asportazione di una porzione di parete vaginale, seguita dal riposizionamento della vescica e del retto nella normale posizione, ed infine nella sutura della vagina. In caso di Incontinenza urinaria da sforzo, associata a prolasso totale, durante la plastica vaginale anteriore si esegue la correzione dell’incontinenza urinaria da sforzo mediante l’uretropessi.