L’aborto spontaneo: perché succede?

Ostetricia

L’ABORTO SPONTANEO
L’ aborto spontaneo è l’interruzione della gravidanza prima della 24° settimana di gestazione. Si calcola che circa il 50 % di tutte le gravidanze (conosciute o ancora sconosciute, cioè prima del ritardo mestruale), e il 15 – 25 % delle gravidanze già diagnosticate, esiti in aborto spontaneo.
Quindi è molto frequente!
L’ABORTO PRECOCE (primi 2 – 3 mesi di gravidanza)
La maggior parte degli aborti (80%) avviene nei primi 3 mesi di gravidanza. L’aborto precoce è causato, nella maggior parte dei casi, dalla presenza nel bambino di alterazioni genetiche o cromosomiche, non ereditarie, cioè non trasmesse dai genitori, che compaiono a caso durante la replicazione delle cellule embrionali.
L’interruzione della gravidanza avviene molto presto, e in questi casi a nulla valgono le terapie, il riposo a letto o altro per evitare l’aborto! L’aborto in questi casi è inevitabile perché dipende da un’alterazione genetica da essere incompatibile con la vita del bambino.
ABORTO TARDIVO (14 – 24 settimane)
La causa di aborto dopo le 14 settimane può essere una malattia materna:
• infezioni
• diabete
• malattie della tiroide
• problemi ormonali
• malattie immunitarie
• alterazioni dell’utero
• Denutrizione
• obesità
• uso di alcol o droghe
• età materna avanzata
• traumi
• pressione sanguigna alta
• medicine incompatibili con la gravidanza
• Qualche volta nel secondo trimestre di gravidanza, il problema può essere legato alla incompetenza cervicale, cioè a un collo uterino che si dilata e provoca l’aborto.
TIPI DI ABORTO SPONTANEO
Esistono diversi tipi di aborto spontaneo:
• L’aborto interno, in cui anche se la gravidanza si è interrotta, l’embrione o il feto è presente e non ha attività cardiaca. Spesso non ci sono sintomi di sanguinamento o dolore e la diagnosi avviene durante un’ecografia di controllo. Il blighted ovum, detto anche uovo vuoto, è un tipo di aborto interno in cui c’è stato l’impianto dell’uovo fecondato nell’utero ma non si è mai verificato lo sviluppo dell’embrione.
• L’aborto incompleto, in cui le membrane si sono rotte e parte del materiale fetale e ovulare è stato espulso, ma nell’utero rimangono dei residui più o meno adesi alle pareti.
• L’aborto completo, in cui il prodotto del concepimento è stato completamente espulso e l’utero è vuoto.
La minaccia d’aborto invece è una condizione in cui i sintomi (dolore pelvico e lombare, perdita di sangue dall’utero), pur essendo il collo uterino chiuso e il feto vitale. fanno temere l’imminenza di un aborto
Quali sono i sintomi?

I sintomi classici sono:
• Dolori addominali lievi o severi
• Crampi
• Dolore lombare
• Macchie di sangue
• Forte sanguinamento vaginale
• Espulsione di coaguli o materiale ovulare
Molto spesso però la gravidanza si è interrotta ma possono passare anche settimane prima che compaiano i classici sintomi di aborto! Questo avviene perché gli ormoni prodotti dall’ovaio e dalla placenta continuano a mantenere il sacco gestazionale intatto nell’utero, anche se l’embrione non c’è, o se c’è, non è più vivo.
COME SI FA LA DIAGNOSI?
La diagnosi può essere semplice nei casi evidenti, ma a volte è complicata e richiede l’esecuzione di più controlli ravvicinati per chiarire se la gravidanza si sia realmente interrotta. E’ opportuno eseguire il test delle BHCG sul sangue, una visita ginecologica accurata e l’ecografia endovaginale.
La BHCG si esegue mediante un prelievo di sangue che valuta l’ormone prodotto dal trofoblasto, la piccola placenta che si forma inizialmente.
In realtà un singolo valore di BHCG non ha un netto significato predittivo, e nella maggior parte dei casi sono necessari dosaggi ripetuti per analizzare se la BHCG cresce bene, se cresce poco o se addirittura diminuisce, a indicare la presenza di aborto in atto.
L’ecografia ci fa vedere cosa sta succedendo nell’utero. C’è il sacco gestazionale in utero? Il sacco gestazionale è grande a sufficienza o è piccolo? Si vede l’embrione? E se l’embrione si vede, ha il battito cardiaco? Ci sono raccolte di sangue nell’utero? Studi scientifici hanno dimostrato che, fra la dimensione del sacco gestazionale, i valori della BHCG e la mancanza di vitalità dell’embrione, esiste una stretta correlazione che permette di fare diagnosi di aborto spontaneo

SE VIENE DIAGNOSTICANO UN ABORTO SPONTANEO, COME SI PROCEDE?
Se l’aborto è completo il materiale abortivo è stato completamente espulso. Spesso c’è un sanguinamento e un dolore pelvico che ricordano la mestruazione. L’ecografia documenta l’assenza di materiale nella cavità uterina e i sintomi regrediscono nel giro di pochi giorni. In questo caso non sono necessarie procedure chirurgiche.

Nella maggior parte dei casi però l’aborto è incompleto, cioè nella cavità uterina rimangono residui di materiale abortivo. La rottura del sacchetto gestazionale e le contrazioni uterine hanno parzialmente espulso i residui ma spesso parte del materiale placentare rimane adeso alle pareti dell’utero. Si rende quindi necessario effettuare un raschiamento per pulire l’utero e svuotarlo completamente.
Anche nel caso di aborto interno è necessario, dopo aver dilatato il collo dell’utero, effettuare l’estrazione del materiale abortivo. Se l’epoca gestazionale non è molto avanzata, il materiale viene rimosso con una cannula aspiratrice e poi si esegue un controllo dell’utero con l’ecografia per vedere che non siano rimasti residui. Se la gravidanza invece ha superato le 9-10 settimane, si somministrano per via vaginale dei farmaci chiamati prostaglandine che dilatano il canale cervicale e stimolano le contrazioni uterine, e poi si fa la revisione chirurgica. La procedura viene effettuata in day hospital e la ripresa delle normali attività è rapida.
Il ciclo mestruale generalmente ricompare dopo 4/5 settimane.
SI PUÒ PREVENIRE UN ABORTO?
Purtroppo non è sempre possibile perchè molto spesso non ci sono segni premonitori, si scopre di avere abortito quando la gravidanza si è già interrotta e non se ne può fermare il decorso. Nella maggior parte dei casi non è possibile capire le cause del singolo aborto e non sono necessari ulteriori accertamenti. Invece nei casi di aborto ripetuto è opportuno fare esami approfonditi alla ricerca di alterazioni che possano evidenziare una causa materna da curare (infezioni, malattie autoimmunitarie, malformazioni uterine,malattie della tirode ecc). E’ stimato che più del 50% delle donne con aborti ricorrenti avrà la possibilità di portare a termine una gravidanza se seguita da esperti.
L’incidenza dell’aborto aumenta con l’avanzamento dell’età dei genitori, in particolare dell’età materna. Tuttavia, ci sono alcune attenzioni che puoi fare per ridurre il rischio di aborto spontaneo:
• Smettere di fumare
• Continuare l’attività fisica, ma in modo moderato
• Seguire una dieta sana ed equilibrata
• Perdere peso prima della gravidanza se si è in sovrappeso
• Gestire il proprio aumento di peso se si è in sovrappeso in gravidanza
• Evitare alcuni alimenti in gravidanza come i crostacei
• Non bere alcolici o usare droghe illegali in gravidanza
• Limitare l’assunzione di caffeina prima e durante la gravidanza.