Il Parto Pretermine
OstetriciaCHE COS’È IL PARTO PRETERMINE?
Secondo la WHO e la FIGO (International Federation ofGynecology and
Obstetrics), si definisce pretermine il parto che avviene prima della 37a+0
settimane di gravidanza,indipendentemente dal peso del neonato. Sono da distinguersi due diverse condizioni, definibili come parto pretermine (PPT) a insorgenza spontanea e nascita pretermine indotta (iatrogeno) per una condizione patologica materno-fetale (condizioni ipertensive, infezioni, dismetabolismi, eventi tromboembolici, IUGR con alterazioni emodinamiche, corio-amnionite).
Il parto pretermine spontaneo (70-80% dei casi) comprende anche i casi di
rottura prematura pretermine delle membrane (PPROM) (1/3 dei casi) e i casi
di insufficienza cervicale (1%). In relazione all’epoca gestazionale in cui si esplica
distinguiamo:
parto pretermine tardivo tra 32+0-36+6 settimane di gestazione (85% dei
parti prematuri);
parto pretermine precoce tra 24+0-31 +6 settimane di gestazione (10% dei
parti prematuri);
parto pretertmine estremamente precoce prima delle 23+6 settimane di gesta-
zione (5% dei parti prematuri) (22+6-23+6).
COME PREVENIRE IL PARTO PRETERMINE? QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO?
Anzitutto, un precedente parto prematuro. E’ il fattore principale di rischio perché la probabilità di averne un altro aumenta da 5 a 7 volte rispetto alle donne con un precedente parto a termine. Il progesterone vaginale, assunto fin dall’inizio della gravidanza, riduce questo rischio del 50%.
Il fumo. Il fumo aumenta infatti di 2-3 volte il rischio di parto pretermine, per danno vascolare alla placenta. Ridurre il numero di sigarette non serve: bisogna smettere prima della gravidanza. E possibilmente non riprenderlo più, visti tutti i danni che il fumo causa alla salute della donna.
Il pregresso taglio cesareo. Chi ha subito un taglio cesareo ha un rischio aumentato di 3 volte di partorire prematuramente nella successiva gravidanza. Prudenza quindi sull’ indicazione molto precisa al cesareo, soprattutto nelle donne giovani che desiderano altri figli.
L’obesità. Più aumenta il peso della donna, prima e durante la gravidanza, più aumenta il rischio di parto prematuro. Il tessuto adiposo è una bomba atomica biochimica: produce molecole infiammatorie, che agiscono sull’utero, placenta e tutto il corpo della mamma, accelerando una nascita prematura. In più il tessuto adiposo produce sostanze pericolose, tra cui l’angiotensinogeno, che aumentano il rischio di ipertensione aggressiva fino all’eclampsia, con danni vascolari severi. E si associa a danni metabolici, con diabete gestazionale, che compare cioè in gravidanza. Questo aumenta il rischio di obesità anche nel figlio, non solo nell’infanzia ma anche nell’età adulta.
Alterazioni nutrizionali e malnutrizione. Anemia da carenza di ferro e mancanza di specifici micronutrienti (tra cui calcio, magnesio, iodio, vitamine B e D) possono associarsi a parto pretermine. E’ necessario prepararsi bene alla gravidanza, con un’accurata visita preconcezionale e assunzione di integratori multivitaminici, con acido folico (vitamina B9), ferro e iodio in primis, almeno tre mesi prima del concepimento, e continuarli per tutta la gravidanza. Il ginecologo consiglierà le supplementazioni ottimali o correzioni della dieta.
Il rischio di parto prematuro raddoppia nella gravidanza ottenuta con l’ausilio di tecniche di riproduzione assistita, sia singola, sia gemellare, che necessita quindi di un monitoraggio molto più accurato rispetto alla gravidanza con concepimento naturale.
Aumenta il rischio anche un breve intervallo fra una gravidanza e l’altra. Un intervallo di meno di un anno e mezzo tra una gravidanza e la successiva aumenta il rischio di parto pretermine di 2-3 volte.
L’etnia. La razza nera è associata a un più alto tasso di parti pretermine. La razza non si può modificare, ma un miglior monitoraggio prima e durante la gravidanza può riportare (quasi) tutte le gravidanze a un parto ottimale.
Il raccorciamento della cervice uterina.Una lunghezza cervicale ≤ 25 mm e ≤ 22 mm nel 2° trimestre è associata ad un au-
mento del rischio di PPT < 35 settimane rispettivamente di 6 e 10 volte. In positivo, il progesterone naturale applicato in vagina alla sera riduce il rischio di prematurità del 50%. E comunque migliora lo stato di salute del neonato anche se questo nascesse prematuro.
I feti maschi,infine, hanno rischio doppio di prematurità rispetto alle femmine. Colpa della placenta maschile, esuberante e meno adattabile rispetto alla placenta femminile.